sabato 13 dicembre 2008

Olimpiadi: Usain Bolt è un clown

Il giamaicano Usain Bolt dopo l’arrivo vittorioso sui 200 metri si è buttato a terra sulla pista lungo disteso, poi si è rialzato, si è tolto le scarpette, ha fatto la danza del pavone, e come se non bastasse ha fatto delle boccacce dentro la videocamera di chi lo stava riprendendo. Il funzionario del comitato olimpico Rogge ha concluso che Bolt è un clown, e come tale va redarguito. Mai come al pronunciarsi di questa sentenza l’Olimpiade si è sentita investita di tutta la sua grecità e Rogge ha impersonato Giove che dalla sua nuvola scaglia il fulmine contro Bolt. Rogge/Giove ha ragione, tuttavia anche Bolt/Yorick ha ragione, e non c’è nulla di peggio di due contendenti che hanno entrambi ragione. C’è tuttavia un piccola obiezione. Scagliare un fulmine contro uno che fulmine lo è già (Bolt è un thunderbolt) è a dire il minimo un pleonasmo. Rogge dimentica che Bolt è già consegnato alla storia e al mito, mentre se lui mai ci andrà, sarà solo come un braghettone, cioè come l’imbianchino che pitturava mutande addosso alle divine figure ignude della Cappella Sistina. L’altra differenza tra questi due contendenti che hanno entrambi ragione è che Bolt è simpatico mentre Rogge con tutte le sue ragioni è un guastafeste, e non c’è niente di peggio di un guastafeste che ha ragione. Rogge è riuscito a mettere a mezz’asta le bandiere della simpatia della Olimpiade, dopo che il regolamento olimpico aveva vietato lo stesso gesto alla squadra spagnola per commemorare i morti di Madrid. Rogge insomma sgridando Bolt si appropria di un pezzo della sua fama, ma al contrario di Bolt verrà iscritto negli annali della storia come il più famoso Pinco Pallino che sia mai esistito.

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