sabato 27 dicembre 2008

Ecumenismo

27 Dicembre 2008

Sembra che durante queste festività qualcosa si stia spontaneamente muovendo nel mondo a favore di un avvicinamento delle diverse fedi religiose. Scorrendo i giornali leggo ad esempio che il presidente iraniano Ahmadinejad ha rivolto all'Occidente un discorso di auguri natalizio in cui si dice sicuro che se Gesù fosse presente fra noi in questa fine del 2008 criticherebbe duramente molti aspetti della nostro decadente civiltà. A me sembra solo che questo discorso sia in qualche modo prova che il bizzarro presidente iraniano esibisca una eccessiva disinvoltura nel passare senza troppi preamboli dalle tematiche atomico-bellicistiche a quelle più propriamente religiose, facendosi addirittura portavoce di Gesù, e quindi del cristianesimo. La seconda notizia che leggo sulla stampa riguarda un fatto di recente cronaca italiana. Nel bergamasco un parroco ha rifiutato di esporre
nel presepe parrochiale la statuina di Gesù bambino per punire i suoi parrochiani apparentemente colpevoli di non essere abbastanza generosi verso gli immigrati. Questo episodio mi ricorda che già nei mesi passati ho raccolto dalla lettura dei giornali i malumori di altri parroci che lamentavano la sempre più scarsa partecipazione dei loro fedeli ai riti e alle pratiche chiesastiche. Un parroco era arrivato a dire che qui bisognerebbe fare come in alcuni paesi islamici, in cui ogni venerdì mattina popolani zeloti pattugliano il lro quartiere ed invitano energicamente gli eventuali pigri a recarsi alla preghiera. Chissà se ci sono parroci che vorrebbero riempire a tutti i costi le loro chiese semivuote, anche a costo di farsi
prestare i fedeli dalle moschee; quelle sì che sono sempre piene. Non è un male che la società odierna, sostanzialmente epicurea e sbandata, anche se post-consumistica data la crisi economica, sia pervasa da brividi e pruriti ecumenici. La terza notizia che leggo è fresca di stamattina e riguarda un tipo di ecumenismo non più di chiesa o di moschea, ma duro e senza tentennamenti, da caserma militare. Israele ha cominciato la sua rappresaglia nei territori di Gaza e sembra che i morti si contino già a decine
tra i militanti di Hamas. Al di là della tragedia delle vite umane perdute, o forse proprio per esorcizzarne l'orrore, mi viene fatto di pensare ad una balzana coincidenza, ad una boutade orrenda. I guerriglieri di Hamas aspirano al martirio e al paradiso; Tsahal, l'esercito israeliano, li uccide e li manda in paradiso, e così facendo compie un atto di carità. Ma la carità è una categoria evangelica, quindi uccidendo quelli di Hamas, Israele si fa portavoce di ideali cristiani, oppure più semplicemente obbedisce senza volerlo ad un atto di inconscia, spontanea pulsione ecumenica.

domenica 21 dicembre 2008

Terapia di gruppo al vertice G8 in Giappone

Nel corso della loro storia i giapponesi non hanno mai conosciuto l'impatto del cattolicesimo e della sua moralità rigidamente avversa ai fatti sessuali. La società giapponese nel suo insieme quindi non ha mai sofferto delle fobie e dei tabù tipici del mondo cristianizzato occidentale. Ora, al vertice G8 i giapponesi hanno capito che i problemi psicologici del Cavaliere italiano loro ospite in questi giorni in Hokkaido sono riconducibili a disturbi della sfera sessuale, e proprio in queste ore gli stanno onorevolmente offrendo una terapia d'urto. Questa cura zen va sotto il nome di zen-zin-zin', farebbe impallidire un santone indiano esperto di kamasutra, e consiste nel far copulare il paziente il più a lungo possibile con un numero possibilmente illimitato di partner. A tale scopo il premier giapponese Koizumi in persona ha fatto mobilitare il fior fiore delle case di appuntamento di Hokkaido (se è per questo è trapelato anche alcuni lupanari di rango inferiore). Tutte le terapiste sono state trasferite in una quarantina di camere attigue alla suite dell'hotel riservata a Berlusconi. Chiaramente la presenza di questa moltitudine di dispensatrici di orgasmi è sono ornamentale, il cavaliere è sulla settantina e abbastanza innocuo. Una volta eseguita l'onorevole terapia possiamo essere sicuri che il cavaliere tornerà in Italia liberato da tutti i suoi i tic, sparite saranno le sue battute salaci da caserma, i suoi ammiccamenti da satiro, insomma tutte le sue gigionerie dovute a una libido decadente. Quello che vedremo nei prossimi giorni al lavoro ai vertici di governo sarà un premier completamente rinnovato, che dedicherà tutte le sue energie alla cura del suo paese, sì volevo dire della sua Nazione.

sabato 13 dicembre 2008

Olimpiadi: Usain Bolt è un clown

Il giamaicano Usain Bolt dopo l’arrivo vittorioso sui 200 metri si è buttato a terra sulla pista lungo disteso, poi si è rialzato, si è tolto le scarpette, ha fatto la danza del pavone, e come se non bastasse ha fatto delle boccacce dentro la videocamera di chi lo stava riprendendo. Il funzionario del comitato olimpico Rogge ha concluso che Bolt è un clown, e come tale va redarguito. Mai come al pronunciarsi di questa sentenza l’Olimpiade si è sentita investita di tutta la sua grecità e Rogge ha impersonato Giove che dalla sua nuvola scaglia il fulmine contro Bolt. Rogge/Giove ha ragione, tuttavia anche Bolt/Yorick ha ragione, e non c’è nulla di peggio di due contendenti che hanno entrambi ragione. C’è tuttavia un piccola obiezione. Scagliare un fulmine contro uno che fulmine lo è già (Bolt è un thunderbolt) è a dire il minimo un pleonasmo. Rogge dimentica che Bolt è già consegnato alla storia e al mito, mentre se lui mai ci andrà, sarà solo come un braghettone, cioè come l’imbianchino che pitturava mutande addosso alle divine figure ignude della Cappella Sistina. L’altra differenza tra questi due contendenti che hanno entrambi ragione è che Bolt è simpatico mentre Rogge con tutte le sue ragioni è un guastafeste, e non c’è niente di peggio di un guastafeste che ha ragione. Rogge è riuscito a mettere a mezz’asta le bandiere della simpatia della Olimpiade, dopo che il regolamento olimpico aveva vietato lo stesso gesto alla squadra spagnola per commemorare i morti di Madrid. Rogge insomma sgridando Bolt si appropria di un pezzo della sua fama, ma al contrario di Bolt verrà iscritto negli annali della storia come il più famoso Pinco Pallino che sia mai esistito.

La bellezza salverà le Olimpiadi di Pechino

Tempo fa alla fiera del libro di Torino con la prosa e la poesia si era cercato di dare una risposta alla questione ‘la bellezza salverà il mondo?’. Si faceva
riferimento all'Idiota di Dostoevskij, quando il principe Miškin afferma: ‘Sì, La bellezza salverà il mondo’. Ora a Pechino, a mesi e a migliaia di km di distanza, le atlete olimpiche della ginnastica ritmica con i loro meravigliosi esercizi sembrano voler dire che è tutto vero. Queste semidee hanno nomi esotici come Almudeina, Tissonova, Zhukova, Kikkas, Peycheva, Garayeva,… sono tutte belle ed eseguono numeri in cui l'atletica diventa balletto artistico. Il mondo fuori dall’Olimpiade però segue violento come sempre. Nel Caucaso il presidente di un piccolo stato provoca la potenza russa e una guerra disastrosa, dal Pakistan all’Algeria scoppiano le bombe tra i civili, in Afganistan i guerriglieri ritornano all’offensiva. Dov’è finita la pax olimpica? Dato che a nessuno interessa che il mondo si salvi con la bellezza, a me viene in mente un’altra soluzione. Con le sue vittorie nella ‘sua’ Olimpiade la Cina vuole imporre al mondo la sua immagine. L’equazione (non dimostrata) che la Cina vuole venderci è: vittoria sportiva uguale a supremazia del modello sociale. Allora perchè non applichiamo questa formula a vantaggio dell’altra nazione grande vincitrice di queste gare, la Giamaica. Saranno anche stereotipi, ma le immagini che mi si affacciano alla mente sono cuffie di lana multicolori, barbette caprine e spinelli alle erbe aromatiche. Sulla scia delle grandi vittorie degli atleti giamaicani
facciamo dunque di questo modello culturale anche un serio modello politico e abbandoniamoci per un istante a questo breve sogno di una notte di mezza estate. George W. e la Rice, Putin (senza Medvedev perché conta come il due di picche), l’idiota dostojieskiano Saakashvili, Hu-Jintao, Assad, Olmert, Ahmadinejad, Sarkozy, etc riuniti in Kingston, Giamaica, nuova sede di un grande Governo Mondiale, siedono sul pavimento di una sala/ritrovo in stile rasta e fumano i calumet della pace, tutti hanno gli occhietti rossi, tutti si sentono felici e parlano di pace, solo di pace.

Olimpiadi unisex

Seguendo i magnifici volteggi al cavallo di una ginnasta uzbeka, che poi ha conquistato la medaglia di bronzo, mi sono soffermato ad osservare il fisico di questa atleta. Un bel caschetto di capelli neri tagliati corti, tratti del volto decisi, fianchi stretti, tutta muscoli e tendini, ahimé davanti piatta come una sogliola. Questa atleta dal fisico così asessuato alla Audrey Hepburn è al tempo stesso una magnifica maschietta o un bel ninfetto, a seconda dei punti di vista. In lei Yin e Yang confluiscono con armonia e ne fanno uno stupendo esemplare androgino che mi fa venire in mente un'idea. E' possibile che in un futuro non lontano il nostro pianeta sovraffollato non potrà permettersi regimi democratici, ma solo un governo unico mondiale autocratico. Tra i vari obblighi che questa futura dittatura planetaria imporrà alle popolazioni suddite ci potrà essere un diktat che prescrive un dieta con contenuti ormonici che facciano diventare i nostri corpi una via di mezzo tra maschili e femminili. Il governo mondiale eliminerà in tal modo le secolari discriminazioni sessuali e tutte le complicazioni originate da un inutile sdoppiamento dell’essere umano in due generi. Una grandiosa semplificazione, perché oltre a tutto ci si potrebbe innamorare indifferentemente di qualsiasi individuo/a perché saremmo tutti/e uguali. Doppie chance per tutti/e! La questione delle differenze dovute alle diverse parti per la riproduzione sarà regolata da un altro diktat che ne prescriverà un ruolo assolutamente secondario: le parti dovranno essere usate con parsimonia, sempre per via del sovraffollamento del pianeta.

Olimpiadi: La stringa slacciata di Bolt

Il giamaicano Bolt ha vinto la finale dei 100 metri con un tempo soprannaturale (9,69 sec.), rallentando visibilmente ai 70 metri e con una scarpa che alla fine si stava slacciando. Subito dopo l’arrivo Bolt ha cominciato un balletto di gioia ondeggiando sui fianchi, una danza non più propiziatoria ma di pura esultanza. Bolt che rallenta, Bolt con la scarpa slacciata, Bolt che danza, sono tre icone che non aspettano altro che un semiologo, che potrebbe essere il nostro Umberto Eco, per essere interpretate. Vogliono dire in sostanza questo. Cari bianchi, in questa mia danza non c’è nulla di nuovo. Nel ’36 a Berlino mi chiamavo Owens, la mia vittoria sui 100 metri fece infuriare un vostro dittatore che voleva la supremazia atletica dei bianchi. Nel ’64 a Tokyo ero Bob Hayes, nel ‘68 a Città del Messico ero la pantera nera Tommie Smith, poi ho trasmigrato la mia anima in Carl Lewis, cambiando sempre fisionomia, tuttavia mai il mio
colore, che è sempre rimasto nero. Sono il migliore, e lo testimonia questa mia danza da gallo cedrone, anzi da fenice nera che rinasce continuamente. Ai 70 metri ho rallentato per dimostrarvi quanto so essere insolente se voglio. Della scarpa slacciata non ho molto da dire, i vostri eccessi di meticolosità mi lasciano indifferente. Noi in Africa sappiamo riderci sopra. Noi neri però siamo grandi atleti solo su terra e non ci piace l’acqua. Un tempo abbiamo varcato l’Atlantico dall’Africa alle Americhe, ma soltanto per vostra insistenza. Anche adesso, per passare un breve tratto di mare Mediterraneo, se i nostri barconi sovraccarichi si rovesciano, anneghiamo perché non sappiamo nuotare.

Gli africani vincono tutte le gare di velocità

Seguendo le gare di atletica di questa Olimpiade si è potuto notare che il colore vincente è il nero. Nella finale dei cento metri erano tutti giamaicani o statunitensi neri. Un cronista si è lasciato andare a un commento che pare uscito da un testo del Lombroso. Sono cose che sapevamo già, il cronista ne ha solo accennato e io mi diverto ad aggiungere il resto: il predominio del tipo africano bantu nelle gare di velocità sembra dovuto alla sua particolare struttura dello scheletro e ai componenti delle ossa, che sono più leggere, oltre alla diversità del gruppo di ossa che compongono il piede. Gli schiavisti che praticavano il commercio triangolare, dalle coste dell'Africa occidentale selezionavano solo gli individui fisicamente validi, che una volta trasportati nell'area caraibica seguivano un regime alimentare a base di riso, fagioli rossi altamente proteici e carne di pollo o di manzo. Quanto alle gare di fondo, ecco che i migliori sono da sempre gli etiopi, abituati a correre sul loro acrocoro, e i kenyani, Masai, Kikuyu, Luo, Luya, etc. In queste regioni non c'erano cavalli e la gente andava a piedi, anzi di corsa. L'africano è fatto per volare e il nero vince su tutti i tavoli. Rien ne va plus. Il bianco è relegato alle piscine, Phelps può anche ridere con 40 denti per le sue 8 medaglie, ma non sa di appartenere ad una razza in declino, sbiadita e slavata, che pian piano regredisce a ectoplasma e ritorna all'elemento acquoreo dell'oceano, la grande piscina da cui la vita si è originata.

I militari pattugliano le città italiane

Non credo che la stagione turistica estiva italiana risentirà della presenza di soldati nelle strade. Gli studi recenti sui cambiamenti climatici hanno designato la nostra penisola come area soggetta a nuova tropicalizzazione. Se in più i nostri governanti giocano a fare i caudilli sudamericani, l'effetto sarà completo. Il turista nordeuropeo che viene qui avrà dunque la piacevole sensazione di recarsi in una specie di Paraguay esotico a due passi da casa. La
vista di truppe in tuta mimetica nelle strade (quel piacevole brivido lungo la colonna vertebrale) sarà il tocco finale.

A tutti piace un goccio ogni tanto

Leggendo sui quotidiani di bevute alcoliche, di guida in stato di ebbrezza e di romeni, mi è improvvisamente venuto alla mente un anneddoto di alcuni anni fa. Mi trovava nella Romania del tempo di Ceausescu, avevo terminato il mio giro turistico e mi trovavo alla frontiera meridionale con la Serbia, in una località chiamata 'Portile de fier' = porte di ferro, cioè quello spettacolare ponte di ferro che attraversa in quel punto il Danubio. Al controllo di sicurezza che precede la verifica dei documenti un poliziotto romeno armato di Kalashnikov si avvicinò al finestrino della mia auto e mi invitò a scendere. Il poliziotto barcollava, aveva le guance rosse e gli occhi gli lacrimavano. Appena mi trovai fuori dall'auto il poliziotto mi pose un braccio sulla spalla, avvicinò la sua faccia fino a due centimetri dalla mia, cercò di focalizzare e alla fine emise strascicando queste parole: 'ai baut?' Traduzione: 'Hai bevuto?

Piccola cronaca

L’altra sera altri romeni ubriachi al volante di una potente automobile hanno provocato un’altra strage in una zona centrale di Salerno. La notizia riportata in questo modo ha sapore razzista e va redatta secondo canoni differenti. Quindi: l’auto di tre cittadini europei astemi è rimasta danneggiata dai corpi di due fidanzati che, mentre facevano acquisti, hanno ignorato l'arrivo del mezzo. Dopo l'impatto, i tre occupanti del mezzo si sono detti contrariati dal contrattempo dovuto alla morte del fidanzato e allo stato prossimo alla morte della fidanzata. La polizia è prontamente accorsa per assistere i tre cittadini europei in evidente stato di sobrietà. Non appena riavutesi dallo shock causato dalla vista del sangue sulle lamiere della loro BMW, le tre vittime sono state premurosamente accompagnate da solerti funzionari alle loro case, perché vi potessero trascorrere con serenità i 15 minuti di soggiorno domiciliare previsti per questi casi.

Impronte digitali

nell’ottobre del 2011 ci sarà un grande censimento di tutti gli italiani, il quindicesimo della popolazione dell'Italia unita e l'ennesimo se si comincia a contare dall'epoca di Cesare Augusto. La parola censimento in questo caso è arcaica e sarà meglio chiamare questa conta come una grande schedatura segnaletica di massa della etnia italiana. E’ successo infatti che il nostro ministro Maroni aveva cominciato una bellissima campionatura di impronte digitali di giovani zingari immigrati. Il ministro già sognava di tappezzare la sua camera da letto d’immagini di polpastrelli prelevate con la forza da giovani gitani inermi, realizzando così una sua vecchia fantasia feticista. Non aveva però fatto i conti con la grande massa degli italiani, genti di buon cuore e soprattutto gente all’antica appunto perché sono una popolazione vecchia. Un coro di proteste sdegnate contro questo sopruso si è levato da tutti gli italiani e il bavoso Maroni ha dovuto abbandonare il suo progetto. Come un conte Ugolino ‘con gli occhi torti’ il ministro allora si è avventato contro i poveri vecchi italiani ed ora vuole gestire questo censimento del 2011 nella forma più spietata immaginabile. E' mai possibile che un ministro si rivolti contro la sua stessa gente, discriminando e schedandola? Certo che sì: quelli gli hanno interrotto la sua collezione d’impronte di dolci fanciulli rom dalla pelle ambrata, alla quale si era dedicato ansimando. Ora Maroni è come uno lo squalo che, una volta gustato il sangue, diventa una furia inarrestabile. La schedatura degli italiani è ‘ineludibile’ per motivi di sicurezza. Già da ora l’Italia, campione occidentale d’invecchiamento in Europa e seconda al mondo dopo il Giappone, è avvertita. Il lontanissimo censimento del 1921 sarà soltanto un dolce ricordo. Nella grande schedatura del 2011 si prevedono sistemi più energici, con squadroni speciali che preleveranno torme di anziani italiani e li avvieranno ai campi di schedatura. Dita, unghie, ciocche di capelli, iridi e cataratte verranno schedate, catalogate, digitalizzate e zippate in un file compresso che Maroni darà in consegna a Calderoli perché ne faccia un po' quello che vuole.

Integrazione etnica: le complicazioni

ieri mentre facevo compere mi è accaduto quanto segue. All’ingresso di un supermercato una romena giovane, gentile, mi chiede un aiutino: scambiamo due parole, le regalo una moneta, entro nell’esercizio, riempio il
cestino e vado alla cassa. La cassiera è della Repubblica Dominicana, giovane, gentile, anche con lei scambio due parole, mentre ci accingo a pagare la giovane romena entra dalla porta a vetri dell’uscita, prende un oggetto da una rastrelliera e si rivolge alla cassiera per pagarlo (con la
mia monetina). La dominicana apostrofa la romena per essere entrata dal retro, per non rispettare la fila, per importunare i clienti. Tra le due comincia un diverbio che non sto a riferire ma che significa sostanzialmente
questo. La dominicana: ‘vivo in questo paese da anni, sono bene integrata, anzi ormai sono italiana, faccio la cassiera e qui dove lavoro ho l’aria condizionata. Tu invece sei gitana, in Italia ci sei solo perché una legge ti ha da poco aperto le frontiere, non appartieni a questo posto, non rispetti le regole di questo paese e di questo supermercato.’ La romena: ‘io sono romena e cittadina europea e in questo paese ci sto finché mi pare. Sono anche gitana, io e il mio popolo abbiamo in corpo una rabbia di 1000 anni, ho più diritti di te, inoltre ho la pelle meno scura della tua. Dovrei essere al tuo posto come cassiera, se non ci sono è perché il padrone non assume gitani, pensa che siamo ladri, invece siamo brave persone e potrei accoltellare chiunque dica il contrario.’ Le due giovani continuano l’alterco, io però vorrei pagare e andarmene. Ciò che sta accadendo ha in sé il potenziale per lasciare interdetti tutta una serie di interlocutori, in scala dal basso verso l’alto e poi ancora verso il basso: l’italiano buonista che non sa nemmeno dov’è Santo Domingo, l’indifferente, il critico, il radical-scic,
l’integrazionista arrabbiato, il sessantenne che non ha mai dimenticato il sessantotto, il legittimista e giustizialista, di nuovo l’indifferente, il leghista che si prende troppo sul serio, l’intollerante, il teppista con la svastica sui jeans. Siamo alla fine di un giugno rovente e ad una cassa di supermercato due lavoratrici straniere si accapigliano per un motivo futile ma che ha
scoperchiato un piccola, perfetta cloaca della discriminazione senza confini. Agli italiani è stato detto di fare le pulizie domestiche e di preparare la loro casa per una futura magnifica coabitazione inter-etnica, e all’improvviso scoprono che i coinquilini ospiti non fanno altrettanto, anzi si discriminano a vicenda! La mente vacilla, Spinoza e la sua ‘Ethica’ non servono, si paventa il ritorno di Hitchens, di Huntington, del leviatano statale di Hobbes e di quello regionale di Calderoli, Voltaire è impietrito e David Henry Thoreau è tornato nella sua casa di tronchi nel bosco. Che fare?
All’improvviso la soluzione creativa si delinea da sola! Mentre aspetto alla cassa ricordo di essere traduttore e quindi anche mediatore culturale! Mi lancio quindi in una operazione di salvataggio-faccia sotto forma di una perorazione delle bellezze naturalistiche di Santo Domingo all'indirizzo della cassiera, poi mi rivolgo alla romena, raschio dal fondo del barile
ciò che resta del mio lessico romeno per assicurarle che adoro la musica tzigana e i lautari che la suonano. Le due litiganti ora sono in uno stato di stupore, il diverbio cessa, io pago ed esco dal supermercato. Fuori ci
saranno 35 gradi ma io mi sento fresco come una mammola.

I tic del Cavaliere

non dovete stupirvi dello strano comportamento pubblico del nostro presidente del consiglio. Le mie fonti di informazione sono assolutamente fidate ed è ovvio che non posso rivelarle, ma è mio dovere di cittadino e di buon italiano rivelare qui in lista ciò che tutti dovrebbero sapere. Quello che vedete agitarsi scompostamente e proferire frasi sconnesse ai microfoni dei vari canali televisivi non è il presidente del consiglio. Il vero Berlusconi è morto due anni fa durante un trapianto di capelli, ucciso da un anestesista dissidente. Quello che oggi vedete è un suo clone, un esemplare non perfettamente riuscito e che presenta scompensi comportamentali se sottoposto ad eccessive pressioni psicologiche. Non c'è alcun motivo di allarmismo: in queste ore si sta approntando un secondo clone che dovrebbe funzionare meglio.

Campionati mondiali di calcio

se proprio i nostri attuali governanti non ci piacciono e vogliamo estrometterli dalle loro cariche, abbiamo ancora pochi quarti d'ora a disposizione. L'occasione è unica e irripetibile. L'Italia in questi istanti è paralizzata davanti ai televisori dove si trasmette la partita Italia-Francia. Già una prima rete è stata segnata e l'avvenimento ha narcotizzato gli animi e le menti di 60 milioni di italiani. Le strade sono deserte, il silenzio è sovrumano, le strutture e le istituzioni sono in coma, la Nazione ha l'encefalogramma piatto. Questo è il momento giusto per un colpo di stato! Sarà sufficiente un manipolo di volontari per occupare i punti nevralgici di governo, forze armate, emittenti radio e televisioni. Nello stato catatonico in cui si trova il paese, il rivolgimento epocale sarà rapido e indolore. Il problema è che quando i governanti e i loro portaborse saranno impacchettati e messi da parte, chi metteremo al loro posto? Non potremo mica metterci Buffon, Pirlo, Toni, Gattuso, etc...

Gli orfani di Cogne

la conclusione definitiva del triste caso Franzoni ha lasciato in Italia qualcosa come 60 milioni di orfani. Queste sono le moltitudini delle odiens italiane, sono la plebe italica che vuole panem et circenses, sono i poveri di spirito ai quali andrà il regno dei cieli e che mentre sono in terra si sparano in endovena una puntata dietro l’altra di interminabili telenovelas di cronaca nera, alle quali si erano assuefatti e da cui ora si trovano in crisi di astinenza. Di fronte ai pochi programmi intelligenti della tv italiana queste masse rifuggono. Per loro è una fortuna che i pochi concerti di musica classica offerti dalla TV siano presentati solo alle 3 del mattino. Quello che manca loro sono gli interminabili lungometraggi in cui la telecamera indugia su inquadrature di pigiamini, ciabatte, mestoli usati come armi improprie, la Franzoni in lacrime, il Gip di Parma, i piccoli chimici investigatori occupati ad analizzare tracce di lacrime, sangue e pipì. Tutto questo è finito. Ai vertici della tivù di stato è suonato l’allarme. Ora che lo show di Cogne è finito, le montagne d’immondizia campana, gli stipendi
da re Creso dei politici e la disoccupazione endemica dei giovani rischia di lasciare troppo a lungo i responsabili di governo esposti al centro della ribalta mediatica. Ora c’è il rischio che l’attenzione delle odiens dei televisionari poveri di spirito cominci ad andare pericolosamente alla deriva sul punto focale di sempre, sul nocciolo duro della questione, su ciò che tutti sanno da generazioni e da cui rifuggono per saturazione mentale: l'estrema biodiversità di camorre che proliferano in questo brodo di cultura italica, di cui le montagne di spazzatura ormai più che un fatto reale sono una raffigurazione pittorica, una natura morta, anzi un quadro moderno surrealo-dadaista diventato emblema e archetipo della gomorrea, la grande malattia dell’Italia. E poi la disoccupazione, questa maledizione da Sibilla cumana scagliata sui giovani, che si torcono le mani e non riescono a trovare uno straccio di lavoro degno di questo nome. Oggi il lavoro dei giovani è a tempo, a prestito, in altre parole bisogna pagarlo. Il giovane si presenta all’agenzia di lavoro interinale, o come diavolo si chiama, e in base a quanto dispone si compra un lavoretto a tempo determinato. Queste amenità la tivù di stato le sa, e sa bene che per spostare il focus dell’attenzione ed oscurare la scena dei media occorre con urgenza un altro delitto in stile Cogne. Sbattendo un'altra Franzoni in prima pagina si darà al
popolo una divagazione per almeno i 5 anni della legislatura di governo. Sono già state date disposizioni a squadre di specialisti che ora perlustrano i villaggi e le campagne del territorio nazionale, interrogano le genti per scoprire se hanno scheletri nell’armadio, per riaprire casi delittuosi chiusi, per dissotterrare feti dimenticati. Occorre al più presto una Franzoni B da sbattere in odiens, perché il messaggio subliminale che i politici hanno necessità d’impartirci suona più o meno così: ‘se voi popolo producete simili figure di cronaca nera, allora non meritate altro che i politici che avete, cioè noi’.

Politica e design

La ministra Carfagna è stanca che i rom vengano maltrattati e propone di allontanarli non con la forza ma con la seduzione. La proposta della ministra prevede la sostituzione delle sgangherate roulottes finora usate dai rom con mezzi più efficienti e dal look ottimizzato. A tale scopo la ex-modella Carfagna ha sottoposto in visione ai colleghi neoministri una gamma completamente rinnovata di caravan e campers di cui i rom potranno essere dotati a spese del contribuente. Anziché essere deportati in malo modo, grazie a questo progetto i rom potranno andarsene di loro iniziativa e al volante di automezzi che non sfigurerebbero nella rubrica 'Fortune'. La ministra è sicura che l'immagine dell'Italia come culla del design di prestigio ne trarrà un indubbio vantaggio.

La soluzione è nel web

Il neogoverno si affanna a trovare nel Web le soluzioni ai molteplici problemi che gli stanno cadendo addosso uno dopo l'altro. Digitando in google parole chiave come ‘camorra’, ‘spazzatura’, ‘opposizione’, è apparso il sito di Mugabe. Risulta che il dittatore africano ha risolto tutti problemi dello Zimbabwe, paese in cui gli oppositori sono morti, il popolo non mangia più e non produce
spazzatura, la camorra non c'è perché il dittatore ne ha preso il posto.

Yin e Yang

Dobbiamo avere fiducia nel nuovo governo! Come possiamo pensare che emani odio e intolleranza da un governo in cui: il Cavaliere si è invaghito della sua ministra Carfagna, Maroni corteggia la Prestigiacomo, Matteoli stravede per la Gelmini, La Russa dalla Difesa è passato all'attacco della Meloni e Alemanno ha deciso di non mollare Veronica. Questo è il governo dell'amore! Soltanto Calderoli è rimasto senza partner femminile e deve arrangiarsi da solo.

Fini è un Rom

La notizia ha fatto l’effetto di una folgore in pieno giorno nei palazzi della quarta dinastia del Supremo. La madre naturale di Fini è una Rom che per più di 40 anni aveva taciuto un tormentoso segreto. Dopo la sua nascita, l’infante Fini era stato deposto dalla madre in una culla di giunchi ed affidato alla corrente del Tevere per sfuggire alle condizioni di schiavismo della sua etnia. Ormai tutto si sa. Berlusconis IV è furioso e ha ordinato che Fini sia bandito dall'impero, che il suo nome venga cancellato da tutti i frontespizi dei falansteri di governo, da tutte le cariatidi dei templi parlamentari, da tutti i papiri dei suoi discorsi passati. Che il nome di Fini non venga mai più pronunciato.

Il tempo è denaro

Oggi il Cavaliere in Parlamento ha dichiarato: 'L'Italia non ha tempo da perdere!' Poi terminata la sua allocuzione si è messo a sedere e ha cominciato a flirtare con la sua ministra Carfagna, le ha inviato un foglio piegato e vergato di sua mano, nella pura tradizione dei 'billets doux' del marchese De Sade, con un sorriso fisso puntato sulla Carfagna da satiro allupato. Ecco dunque che la retorica aulica del suo discorso si trasforma in una spicciola 'philosofie du boudoir'. L'Italia non ha tempo da perdere, e a quanto sembra nemmeno Lui! Senza dubbio sul biglietto ci sarà stata scritta qualche banalità, ma la fantasia si compiace nell'immaginare un dialogo tipo: 'Carfagna: Presidente, per quella promozione?' Il Cavaliere: 'Dipende cara, se sarai buona con me.'

Rincaro del greggio rafforza senso civico

Se nessuno sa valutare con esattezza le conseguenze sulla nostra economia dei rincari del petrolio, da ieri abbiamo per contro una prima testimonianza di quanto il caro benzina venga in aiuto della democrazia civile. La manifestazione di ieri alla fiera del libro di Torino si è svolta tranquillamente e i partecipanti non hanno lanciato nemmeno una bottiglia molotov. Certo ricordiamo quegli splendidi arcobaleni fiammeggianti a base di benzina super e verde, rafforzata con crudeli additivi ottanici nel caso di proteste virulente come ad es. contro Israele. Ieri è finita un’epoca, la gente era molta, la convinzione poca, la compostezza tanta. Ci è mancato solo che i partecipanti scambiassero sorrisi, chicche e sms con le forze dell’ordine.

Alemanno etnologo

Il neosindaco di Roma vuole sgombrare i campi nomadi delle periferie
non perché è cattivo, ma perché ha saggiamente progettato di immettere
le presenze nomadi direttamente nel tessuto dell'Urbe. Chi pensa che
Alemanno sia un bieco pogromista che non ha mai letto un libro in vita sua, ebbene si sbaglia. Alemanno è un fine cultore di studi etnologici e i suoi maestri di vita sono Konrad Lorenz e Lévy-Strauss. Egli sa che i nomadi sono espressione delle ancestrali società di cacciatori / raccoglitori che precedettero le civiltà più antiche e i cui ultimi esempi sono oggi rappresentati solo dagli indios amazzonici, dai boscimani del Kalahari e da alcune etnie della Papuasia. Questi popoli vivono in simbiosi con il loro habitat, sia esso savana o foresta, traggono la loro sussistenza da ciò che la terra offre loro e non hanno pratiche invasive come l'agricoltura o l'industria, perché si limitano a raccogliere o ad estrarre delicatamente dall'ambiente gli alimenti e i materiali che servono alla loro sussistenza. Una volta sgombrati dagli abbietti insediamenti delle borgate e integrati
armoniosamente nella realtà cittadina, i nomadi torneranno al loro primigenio stato di cacciatori / raccoglitori. Le strade e le piazze saranno le
loro savane, gli agglomerati edilizi le loro giungle, i supermercati le loro fonti di approvvigionamento, le sotterranee metropolitane il loro territorio di caccia. La soluzione al problema nomadi era a portata di mano ma nessuno la vedeva. Alemanno conosceva la soluzione, ed ora anche noi sappiamo ch'egli sapeva.

Fini palombaro

Secondo la più pura tradizione della cultura fisica ariana, il neoeletto Fini coltiva tutti gli sport e in particolare l'immersione subacquea, con o senza bombole di ossigeno. Avvalendosi delle sue doti di sommozzatore provetto Fini sta elaborando un decreto che applicherà come diktakt ai membri del suo futuro entourage. Secondo tale decreto tutte le riunioni del suo gabinetto si terranno non più nella capitale, ma a Fregene, a 300 m dalla spiaggia e a 20 m di profondità. Naturalmente in apnea. Fini lascia intendere che chiunque abbandoni il consesso subacqueo prima del suo termine e risalirà in superficie per respirare, implicitamente accetterà la supremazia e il volere del leader. Si tratterà quindi di un comprensibile evento di selezione naturale che assicurerà la sopravvivenza politica a chi è sportivamente e geneticamente migliore.

Fini vuole fare come Ciano

Fini ha letto la biografia di Galeazzo Ciano, ora è un fan del gerarca illuminato ed intende seguirne le orme. Per questo al momento progetta di lasciare la fidanzata per impalmare la figlia di Lui, diventare Suo genero e fare così di tutta la famiglia un fascio. Dovrà però stare attento a obbedire a Lui per sempre e a seguirlo in ogni sua avventura imperiale. Pochi sanno che nella Sua enclave brianzola sono stati predisposti piani e strutture di emergenza di tipo repubblichino. Se Fini dovesse mai deviare dai dettami del suocero, Questi non esiterà a farlo processare ed eliminare dai suoi giudici di fiducia riuniti nel gran consiglio di Arcore.

Fiera del libro di Torino

Anche al presidente Napolitano qualcuno ha consigliato di non andare alla fiera del libro di Torino. E’ noto che nei giorni cruciali l’area fieristica sarà accerchiata da forze ostili che vogliono boicottare Israele. Che fare? Si potrebbe approntare una pacchetto-sicurezza per i cittadini che vogliono visitare la fiera del libro. A questi può consigliare di entrare nel recinto della fiera discretamente, alla spicciolata e indossando abiti a colori non vivaci per non dare nell’occhio. Ai visitatori di origine ebraica può raccomandare di evitare un abbigliamento e comportamenti che possa tradire la loro etnia. All’interno della fiera l'illuminazione potrebbe essere dimezzata, oppure si potrebbe ordinare al pubblico di parlare sottovoce, come in un sommergibile che teme i sonar del nemico. Il presidente Napolitano potrebbe essere infiltrato oltre le linee nemiche e introdotto in incognito
nell’edificio della fiera grazie ad una delicata operazione delle forze rimaste fedeli allo stato di diritto. In caso di hold-up o attacco suicida si potrebbe
predisporre un piano di evacuazione con teste di cuoio istruite dal Mossad e completo di ponte aereo in stile raid di Entebbe. La gloria di quei giorni!
Purtroppo è altrettanto chiaro che in tal modo l'evento culturale si ridurrà ad una specie di iniziazione segreta massonica, o di riunione alla carbonara. D’altra parte che si può fare? là fuori ci sono quelli con i fiammiferi, che potrebbe mettere mano a lanciafiamme e bruciare non solo le bandiere, ma anche i libri della fiera. Una riedizione di Farenheit 54. Intanto Pannella ha iniziato un digiuno per protestare contro l’interdizione alla vendita di fiammiferi valida per i tabaccai siti in zona fiera.

Il futuro dell'Italia dopo le elezioni

adesso vi spiego che cosa accadrà in Italia nei prossimi mesi: il De Bello Civili! Berlusconi coltiva il progetto occulto di arrivare alla dittatura entro un anno, ma dovrà stare attento alle idi di marzo 2009. Egli cadrà allora trafitto da numerose pugnalate infertegli da congiurati e si accascerà al suolo davanti all'effigie di Prodi. Il complotto sarà ordito dai due congiurati Bossi e Calderoli, uno con la faccia di Bruto, l’altro con la testa di Cassio. Nel frattempo Alemanno si sarà invaghito di Veronica, vedova di Berlusconi, e progetterà di fuggire con lei in un resort di Sharm-el-Sheikh per avere molti figli da lei. Fini scoprirà la tresca e gli aizzerà contro Montecitorio, quindi affronterà l'avversario e lo eliminerà. Fini potrà quindi consolidare il suo potere e gettare le basi di una pace veramente duratura. Sarà questa l’età d’oro dell’Italia, che vedrà la rinascita della cultura, delle arti e delle scienze.

La moschea di Cofferati

Il sindaco di Bologna Cofferati ha vietato la costruzione di una nuova moschea all’ombra delle due torri. Il motivo ufficiale è che il centro di cultura islamico non rinuncia ai suoi legami con il raggruppamento della Ucoi. Sappiamo che la Ucoi è una filiazione dei fratelli musulmani, organizzazione messa al bando in Egitto, perfettamente legale qui. Forse Cofferati da scolaro studiava poco la storia e quindi ora non lo sa, ma la sua azione è un palliativo. Gli storici invece sanno che aria tira e scommettono che la costruzione è rinviata forse solo di un quinquennio. I paesi europei del futuro saranno luoghi di profonde mescolanze di culture e questo è un fatto perfettamente normale. Gli storici sanno anche che una convivenza ecumenica delle religioni non sarà facile da realizzare e che ben più probabile sarà la implicita sottomissione di una religione all’altra (condizione dei ‘dhimmi’, o genti della ‘dhimma’ = sottomissione). In altre parole una religione si sentirà in dovere di fare da missionaria verso l'altra. In questa posizione del missionario sui generis ci sarà quindi chi sta sopra e
chi sta sotto. Nulla di grave, anche perchè chi si contenta gode.

Alemanno architetto

Il nuovo tribuno ha predisposto per l’Urbe un programma di sostituzione edilizia su vasta scala, ossia la demolizione e la ricostruzione d'interi quartieri allo scopo di provvedere 25.000 alloggi per la plebe romana. Il suo iniziale desiderio di procedere alla demolizione per via diretta appiccando fuoco ai quartieri fatiscenti è stata criticata a palazzo. Il suo disegno prevedeva infatti di attribuire la colpa dell'incendio di Roma alla setta dei rom, che vive nelle catacombe dell'urbe, come pretesto della loro persecuzione. Alemanno tuttavia ha rinunciato al suo sogno di cantare l'inno di Mameli contemplando il mare di fiamme purificatrici.

Dio, Patria, Famiglia

Alemanno ha ormai preso possesso dell’Urbe, città eterna e fulcro della patria. La nostra compagnia tricolore ha respinto sdegnosa le profferte meretrici della decadente Air France, si è rinchiusa in una splendida autarchia e ha stretto un patto maschio e vigoroso con la forza aerea germanica, sua ancestrale alleata. Oggi Napolitano ha avviato i lavori del traforo del Brennero, un’opera frutto della ferrea volontà delle genti italiche e germaniche, un asse che congiungerà Italia e Austria, Roma e Berlino, lungo il quale correranno inesorabilmente i destini futuri delle nazioni. Alla inaugurazione è prevista la partecipazione di una delegazione nipponica.

Italiani, razza in estinzione

In questa epoca di possenti rivolgimenti politici il mio pensiero è rivolto alle genti che sul suolo di questa nazione da sempre ospitale e generosa si trovano in condizioni di minoranza ed in uno stato di fragilità finora inusitato. E’ venuto il tempo del ripensamento dell'arroganza, del distacco dalla forza, del disamore verso l’intolleranza. Non lasciamo che la fiamma della solidarietà umana si spenga, non permettiamo che le minoranze rimangano esposte senza alcuna difesa all’impatto della etnia dominante che può annientarle. Pensiamo agli uomini lavoratori, alle donne, ai vecchi di queste minoranze. Pensiamo ai loro figli. E’ un appello accorato che io rivolgo a chi abbia la volontà d'intendere la passione e la speranza che mi animano. Non lasciamo estinguere le minoranze d’Italia!
...Ho stilato un breve elenco delle etnie che per la loro esiguità e fragilità più di altre sentono il pericolo dello sradicamento delle loro radici e della loro
cultura, dell’annientamento della loro entità: in ordine alfabetico le minoranze minacciate d'estinzione: aostani, anconetani, aretini, astigiani, avellinesi, baresi, bellunesi, bergamaschi, biellesi, bolognesi, bresciani, cuneesi, cremonesi, reggiani, salernitani, trevigiani, triestini, udinesi, varesotti, vicentini...

Ricetta gipsy

ecco gli ingredienti che servono per cucinare degli spaghetti alla gitana:
300 g di pasta tipo spaghetti
acciughe
spicchi di aglio
capperi
basilico
origano
300 g di pomodori maturi
1 peperoncino
10 olive verdi di spagna
i buongustai dicono che il piatto acquista un sapore tutto suo caratteristico se:
gli spaghetti vengono prelevati al supermercato dimenticandosi di pagare alla cassa, l'origano viene procurato da uno spacciatore di fiducia, i pomodori si prendono al mercato nero, le erbe aromatiche basta rubarle nell'orto di qualche pensionato.

Calderoli verrà nominato vice-presidente?

fin dall'origine del creato, prima del sorgere del sole, più precisamente verso le cinque e mezzo del mattino, una particolare congiunzione dei corpi celesti
esercita uno straordinario influsso magnetico sulla Terra. Nell’antichità gli astrologi sapevano di questo fenomeno e del fatto che anche le genti, al pari del nostro pianeta, ne erano magicamente influenzate. Anche le religioni d’oriente lo sapevano ed è per questo che ad es. lo yoga tantrico si pratica bene a quell'ora (!), o il muezzin dall’alto del minareto chiama le genti alla preghiera. Il suo recitativo cantilenante risuona nel silenzio che precede l’alba, nella zona grigia tra sonno e veglia le genti lo odono ed elevano inconsciamente i loro pensieri verso una sfera superiore dell’essere e del creato. Nessuno può sottrarsi alla magia di quegli istanti, ed è proprio questo lo scenario che avevo immaginato possibile nel mio paese in un non lontano futuro. Nella mia visione c’era un paese costellato di moschee, risuonante di richiami mistici e invitanti alla indolenza satrapica che è la sola maestra dell'arte del vivere. Con l’elezione di Calderoli alla vicepresidenza questa mia prospettiva non è più una certezza! L’avversione del prossimo vice a influssi culturali e religiosi non propriamente
catto-celtico-padani è nota ed io temo che il mio sogno non si avveri. Nel mondo occidentale pragmatico, rozzo e duro gli influssi iniziali della sensibilità mistica orientale sono andati perdendosi, le genti sono da sempre abituate a farsi chiamare dal suono delle campane, questo suono metallico, assordante e crudele, quanto più grandi le campane tanto più ignorante e duro d’orecchie il volgo di braccianti, contadini ed operai obbligato ad ascoltarle. Sembra che Calderoli abbia una croce celtica appesa al collo. Simbolo religioso, che fa automaticamente del futuro vice un druido di nuovo tipo.

Mugabe è un ecologo

la nave cinese "An Yue Jiang" è in queste ore all’ancora nel porto di Durban, in Sudafrica, in attesa di essere sdoganata. Nelle sue stive c’è un carico di aiuti destinati allo Zimbabwe e noi penseremmo subito a sacchi di riso, farina, fagioli secchi, casse di medicinali, serbatoi di combustibile. Niente di tutto questo: le stive della nave contengono un arsenale di armi cinesi, tra cui munizioni per circa 3 milioni di proiettili per mitragliatore d’assalto AK-47, l’arma più in voga nell’esercito dello Zimbabwe, oltre a 1500 proiettili di mortaio e granate esplosive. Mugabe ha deciso di restare al potere anche a costo di usare la forza. Da tre settimane ormai ha bloccato la diffusione degli esiti delle elezioni, quelle in cui ha perso. La commissione incaricata degli scrutini è in ostaggio di Mugabe e dei militari e non ha il permesso di pronunciarsi. Da tempo in Zimbabwe, come nel resto dell'Africa, è finita l’età dell’oro dell’Africa, quando le foreste erano piene di animali, quando il cibo bastava per tutti perchè i vari gruppi etnici mantenevano un delicato equilibrio demografico darwiniano decimandosi
periodicamente con guerre tribali e vasti massacri rituali. Finito anche il tempo in cui l'esploratore inglese Livingstone percorreva il meraviglioso territorio dell’odierno Zimbabwe e Zambia in cerchio, apparentemente senza meta. Dopo tanti anni trascorsi nelle regioni australi, Livingstone non voleva scoprire più nulla, voleva solo 'vivere' in Africa. Quando Stanley venne in suo soccorso e lo incontrò a Ujiji, sulle rive del lago Tanganyka, trovò un anziano signore che non aveva nessuna voglia di essere salvato. L'assurdità della situazione si espresse nel saluto di Stanley al vecchio esploratore: 'Il sig. Livingstone, suppongo? Oggi invece, con tutte le sue decine di conflitti perenni, l’Africa è un continente in fiamme. Ricordo che, quando scoppiò un’incendio nel parco nazionale USA di Yellowstone, gli ultrà ecologisti dissero che bisognava lasciar bruciare tutto perché la natura facesse il suo corso. Mugabe non fa nulla per spegnere l'incendio dello Zimbabwe, anzi getta benzina sul fuoco. Se l'arsenale della nave cinese sarà sdoganato e Mugabe entrerà in possesso di quelle armi, assisteremo forse alla più vasta opera di ecologia sociale messa in atto da un capo di stato africano.

Chi vincerà le elezioni?

siamo in trepidante attesa di sapere quale sarà il risultato delle elezioni. La nostra politica è così astrusa che qualunque pasticcio di governo ne esca fuori, sarà difficile poi capirlo e accettarlo con la sola forza della ragione. Prepariamoci quindi non tanto a capire, quanto ad accettare ciò che incombe su di noi non con la ragione, ma con un puro atto di fede. Questo potrebbe rappresentare un capovolgimento di valori acquisiti ormai da un secolo, cioè il rapporto tra fede e ragione, tra stato e chiesa. Rinunciare alla ragione/stato sarà un po’ come andare a ritappare la breccia di porta Pia, a fare dei Patti Lateranensi carta da WC, perfino a smentire il profeta quando diceva date a Cesare ciò che è di Cesare... perchè ora a Cesare verrà tolto tutto! Il nostro laicismo è finito, l’illuminismo si è spento (con quello che costa la bolletta), ora solo Blaise Pascal e S. Agostino potranno illuminarci la via nel tunnel che ci attende. Anche Sören Kirkegaard è sceso in campo, ci dice che l’angoscia è benefica se ci spinge al salto definitivo nell'irrazionale. Una volta eletto in nuovo presidente del consiglio, chiunque egli sia, dovremo smettere di criticarlo, anche se ovviamente rinnegherà le promesse elettorali, se non ripulirà il paese, anche se farà della costituzione carta da riciclo. Dato che la realtà/ragione va abolita, dovremo solo avere fede in lui.

Il Papa non visita l'Università La Sapienza di Roma

posso dire la mia? Il papa che vuole andare alla Sapienza è come Berlusconi che vuole fare il Presidente del Consiglio. Per entrambi il problema è il conflitto d’interessi. Se Benedetto vuole parlare ad un’assemblea della Sapienza, ci vada pure. Il personaggio è simpatico e il fatto che sia cattolico praticante (sic) non deve disturbare in un consesso laico. In una visione laica della vita le credenze religiose di una persona andrebbero considerate come qualsiasi altra opinione. C’è però un problema, e cioè che il papa è anche capo di uno stato! Se vuole andare alla Sapienza ci deve andare senza le insegne del suo stato, quindi in borghese, altrimenti nasce il conflitto d’interessi. Ma voi ve lo immaginate Benedetto che parla agli studenti in completo grigio a righine?

La politica italiana è stanca

L’attuale situazione politica italiana è vecchia di milioni di anni. Nella notte dei tempi un gigantesco asteroide fatto di spazzatura tossica colpì la penisola e causò l’estinzione sia dei brontosauri erbivori di centro sinistra che dei tirannosauri carnivori di destra e padani. Sopravvissero forme di vita più resistenti e ambigue, ectoplasmi parlamentari e altri esseri parassiti, che nel corso delle ere si evolsero prima in scarafaggi di partito e in seguito in altre specie di invertebrati e creature politiche.

Giuliano Ferrara è grasso

Ferrara è un giornalista bizzarro perché vuol fare un po' di tutto, anche politica. Ha lasciato l'informazione televisiva e ha fiutato l’aria per diventare sindaco di Roma. Io dico che non basteranno le contestazioni per fermare la sua corsa di pachiderma irrequieto. Forse un modo per controllarlo è ciò che fanno i ranger dei parchi nazionali con i rinoceronti. Bisogna sparargli una fiala di sedativo e mentre dorme installargli un collare con una trasmittente, così poi sappiamo che rotta ha preso.

Buona Pasqua 2008

auguro a tutti voi una buona Pasqua. Questi giorni di festa portano serenità, pace dello spirito e buonumore. Ci aspetta una breve vacanza, l'incontro con amici e parenti, un buon pranzo con menu festivo. Se poi in questo periodo non abbiamo il benché minimo incarico da svolgere, allora la situazione è perfetta. Eppure devo confessarvi che quest'anno ho un’inquietudine che mi assilla, un'ombra che mi si appiatta nella mente, un timore che non mi abbandona. Mi è penoso nascondere questa mia angustia, questo pensiero
che balza in avanti lontano nel tempo, quando per noi tutti ci sarà
la nostra grande festa, la nostra vera resurrezione. In quel lontano giorno,
quando si compirà il volere dall'alto, Berlusconi resusciterà anche lui?

I manifesti della campagna elettorale

All'inizio di questa campagna elettorale ignoti funzionari hanno furtivamente depositato lungo i bordi delle strade cumuli interminabili
di cartelli, insegne, manifesti, facce di politici, stemmi, fiocchetti, simboli, frasi e frasari. Stupisce l'ingegnosità del copywriting, la varietà dei soggetti, il sinistro arcobaleno di colori, il grande numero di campionature e il contrasto tra loro. Tutto questo materiale però è stato accatastato alla rinfusa, come se qualcuno avesse voluto liberarsi di un immenso montecitorio di rottami. Il vero problema è la grande diversità delle specie in questione e dall'udeur insopportabile. Ci sono soggetti verdi, organici, stratificati insieme ad altri convenzionali, di plastica. Qua e là si vedono anche falci, martelli e altri detriti metallici arrugginiti. Poi ci sono i residui di vetro, presenze effimere che non durano a lungo e vanno in cocci con facilità. Tutta la biodiversità degli elementi più progressisti accumulata con le scorie e i noccioli duri dei partiti più tradizionali e ingessati non va bene. Il rischio della formazione di diossine ormai non è una bufala e dai brodi di cultura in cui galleggiano mozzarelle smorte potrebbero svilupparsi pericolosi germi di specie politiche più estreme e letali. Per questo altri
scellerati, sempre nottetempo, hanno cercato di appiccare fuoco al
pattume con fiamme, fiammelle, mono e tricolori, belle e patriottiche, ma che fanno solo fumo. In mancanza del benchè minimo criterio di selezione differenziata, quando questo intermezzo sabbatico elettorale avrà termine, il tutto dovrà essere rimosso a forza, caricato su vagoni ferroviari o su potenti motrici e trasportato in fretta all'inceneritore più vicino.

La chimica del Brunello di Montalcino

e' una rilevazione certo allarmante quella che è stata fatta da un paio di giorni dal Pentagono USA e dal dipartimento della difesa. Fino all'ultimo i responsabili della intelligence americana a rapporto con l'Amministrazione erano stati incerti se allertare anche le autorità di Russia e Cina, oltre che naturalmente il ministero della difesa del Giappone, date le proporzioni planetarie e inspiegabili di ciò che stava accadendo. Una conferma dei fenomeni nel frattempo è venuta dal foreign office inglese, che era stato tempestivamente avvisato dai tecnici del dispositivo Echelon nell'Inghiterra del sud. L'allarme è scattato quando più di un satellite di rilevamento USA ha registrato fenomeni di vibrazione sempre più intensi provenienti dalla superficie terrestre, in zone che con il passare delle ore i satelliti sono riusciti ad individuare. Sembra che all'inizio il fenomeno si sia manifestato come un disturbo, un tremito degli strati dell'atmosfera che coinvolgeva anche le zone più alte della ionosfera. Manovrati dal centro di Houston, i delicati strumenti dei satelliti hanno permesso di individuare che il fenomeno si concentravano nelle zone dell'Europa meridionale ed erano d'intensità crescente. Soltanto nel corso della serata di ieri raggiungeva il suo picco e faceva scattare l'allerta anche dei centri sismologici, dove l'ago dei sismografi danzava impazzito sul nastro di carta millimetrata. Il tremito atmosferico era in realtà causato da un fenomeno acustico d'immani proporzioni, come speciali sonde acustiche sono anche riuscite a registrare. Individuata con sempre maggiore precisione la fonte del fenomeno, il rumore era anche avvertito dalle popolazioni dei paesi limitrofi. La provenienza della `cosa' era stata localizzata in Francia, Spagna e Grecia, oltre che in alcune zone della Germania meridionale. Poi alla fine la verità: erano le popolazioni, intere comunità umane delle zone vinicole di questi paesi, erano le regioni del Rioja spagnolo, della Veuve Cliquot francese, erano interi villaggi e cittadine delle regioni collinari, delle pianure e delle vallate dove si coltiva la vite che dà il vino più pregiato del mondo, che stavano ridendo, soltanto ridendo. Anzi le genti erano letteralmente in preda ad un accesso di riso ciclopico, una convulsione smisurata di polmoni e trachee, un'onda anomala d'ilarità, un Wahlhalla inarrestabile di risate che si elevavano all'unisono e trasmettavano il loro sussulto su scala globale. Era l'Italia che suscitava questa ilarità, l'Italia e ciò che stava succedendo nel malconcio stivale: se le mega-pattumiere della Campania avevano impietosito le genti, se con le mozzarelle tossiche la pietà aveva ceduto al sogghigno, se in seguito con l'Alitalia che non volava l'Europa e il mondo erano riuscite a stento a mantenere la faccia seria, soltanto il Brunello di Montalcino tossico la cui recente invenzione sarà per le future generazioni testimonianza delle inarrivabili doti di "fantasia" del nostro popolo, aveva infine scatenato lo tsunami inarrestabile, la nube piroclastica, la Chernobil di risa che tuttora non si è spenta. Beh, ora il peggio è passato. Ora si sa con che cosa si ha a che fare, ora finalmente tutto è sotto controllo. La saggezza italica prevarrà e metterà ordine nella produzione alimentare nazionale, in quei prodotti di pregio che tutto il mondo conosce e apprezza. Bisogna osservare le cose in prospettiva, e la migliore prospettiva è quella storica: se
gli imperatori della Roma antica, da Cesare a Tiberio, passando per Caligola, prima di cominciare i loro banchetti avevano sempre un assaggiatore che provava le vivande, *e le bevande*, una ragione ci sarà pur stata.

Elezioni italiane

Un candidato gira l'Italia in pulman per tenere comizi ovunque. Sta cercando di raggiungere più gente possibile oppure di fuggire da
tutti? Se si trattiene troppo a lungo in un posto la gente potrebbe cominciare a fare domande sul tipo: onorevole, potrebbe spiegarci di che
cosa sta parlando? lui però è un navigatore della dialettica, un orologiaio che pesa meccanismi e contromeccanismi di tesi e antitesi, un Cicerone che riesce a dire in una stessa frase una cosa, il suo contrario esatto e una intermediazione fra le due. Padre, figlio e Spirito Santo. Questa è compenetrazione della materia, della materia con la non materia. E' un miracolo ancor meglio di quello di San Gennaro. Un altro non vuole presentarsi a un dibattito diretto con il suo antagonista. Si sente troppo superiore e non tollera obiezioni ai suoi diktat. Il nuovo Nerone sarebbe disposto a bruciare Roma pur di incenerirci dentro anche il suo ex sindaco. Anche lì non si capisce bene ma non fa niente. Il colore che predomina nei suoi comizi è il verde, perchè è al verde che vuole ridurci? In tutti i questi casi il vero problema è capire bene quello che dicono, è la trasparenza, è il
vedere nelle apparenze, attraverso il velo di Maia di questi politici esoterici che non vogliono diventare *exo*terici. Ora sono diventati tutti delle Sibille Cumane. Craxi non è riuscito a passare lo Stige e va avanti e indietro tra i morti e i morti viventi per ispirarli all'arte del non dire. La trasparenza!
Io un'idea ce l'avrei. Anzichè lasciarli andare tutti a battere le strade d'Italia, non potremmo regolamentare la situazione, riaprire una cosa chiusa e metterli tutti in loculi dotati di vetrina in un quartiere apposito? La campagna elettorale sarebbe tanto più piacevole! una bella passaggiata ammirando le vetrine che espongono i corpi dei politici nella loro nudità. Tutto sarebbe finalmente più chiaro. Sarebbero indicati a chiare lettere tutto quanto sul soggetto esposto: origine, quanti padri ha avuto, esperienze precedenti (prego indicare esattamente ubicazione, strade, viali e marciapiedi), tariffe prestazioni non a ore, ma a contenuto (a ore no, sennò ci stanno per 6 mandati), posizioni in cui danno il meglio della prestazione, e soprattutto quanto costa al cittadino la prestazione minima! Ancor meglio,
anzichè un quartiere si potrebbe creare una struttura apposita in una zona rurale, ad es. del nord. In questa nuova Reeperbahn padana i politici sarebbero veramente nel loro giusto habitat.