sabato 27 dicembre 2008

Ecumenismo

27 Dicembre 2008

Sembra che durante queste festività qualcosa si stia spontaneamente muovendo nel mondo a favore di un avvicinamento delle diverse fedi religiose. Scorrendo i giornali leggo ad esempio che il presidente iraniano Ahmadinejad ha rivolto all'Occidente un discorso di auguri natalizio in cui si dice sicuro che se Gesù fosse presente fra noi in questa fine del 2008 criticherebbe duramente molti aspetti della nostro decadente civiltà. A me sembra solo che questo discorso sia in qualche modo prova che il bizzarro presidente iraniano esibisca una eccessiva disinvoltura nel passare senza troppi preamboli dalle tematiche atomico-bellicistiche a quelle più propriamente religiose, facendosi addirittura portavoce di Gesù, e quindi del cristianesimo. La seconda notizia che leggo sulla stampa riguarda un fatto di recente cronaca italiana. Nel bergamasco un parroco ha rifiutato di esporre
nel presepe parrochiale la statuina di Gesù bambino per punire i suoi parrochiani apparentemente colpevoli di non essere abbastanza generosi verso gli immigrati. Questo episodio mi ricorda che già nei mesi passati ho raccolto dalla lettura dei giornali i malumori di altri parroci che lamentavano la sempre più scarsa partecipazione dei loro fedeli ai riti e alle pratiche chiesastiche. Un parroco era arrivato a dire che qui bisognerebbe fare come in alcuni paesi islamici, in cui ogni venerdì mattina popolani zeloti pattugliano il lro quartiere ed invitano energicamente gli eventuali pigri a recarsi alla preghiera. Chissà se ci sono parroci che vorrebbero riempire a tutti i costi le loro chiese semivuote, anche a costo di farsi
prestare i fedeli dalle moschee; quelle sì che sono sempre piene. Non è un male che la società odierna, sostanzialmente epicurea e sbandata, anche se post-consumistica data la crisi economica, sia pervasa da brividi e pruriti ecumenici. La terza notizia che leggo è fresca di stamattina e riguarda un tipo di ecumenismo non più di chiesa o di moschea, ma duro e senza tentennamenti, da caserma militare. Israele ha cominciato la sua rappresaglia nei territori di Gaza e sembra che i morti si contino già a decine
tra i militanti di Hamas. Al di là della tragedia delle vite umane perdute, o forse proprio per esorcizzarne l'orrore, mi viene fatto di pensare ad una balzana coincidenza, ad una boutade orrenda. I guerriglieri di Hamas aspirano al martirio e al paradiso; Tsahal, l'esercito israeliano, li uccide e li manda in paradiso, e così facendo compie un atto di carità. Ma la carità è una categoria evangelica, quindi uccidendo quelli di Hamas, Israele si fa portavoce di ideali cristiani, oppure più semplicemente obbedisce senza volerlo ad un atto di inconscia, spontanea pulsione ecumenica.

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