sabato 13 dicembre 2008

Gli orfani di Cogne

la conclusione definitiva del triste caso Franzoni ha lasciato in Italia qualcosa come 60 milioni di orfani. Queste sono le moltitudini delle odiens italiane, sono la plebe italica che vuole panem et circenses, sono i poveri di spirito ai quali andrà il regno dei cieli e che mentre sono in terra si sparano in endovena una puntata dietro l’altra di interminabili telenovelas di cronaca nera, alle quali si erano assuefatti e da cui ora si trovano in crisi di astinenza. Di fronte ai pochi programmi intelligenti della tv italiana queste masse rifuggono. Per loro è una fortuna che i pochi concerti di musica classica offerti dalla TV siano presentati solo alle 3 del mattino. Quello che manca loro sono gli interminabili lungometraggi in cui la telecamera indugia su inquadrature di pigiamini, ciabatte, mestoli usati come armi improprie, la Franzoni in lacrime, il Gip di Parma, i piccoli chimici investigatori occupati ad analizzare tracce di lacrime, sangue e pipì. Tutto questo è finito. Ai vertici della tivù di stato è suonato l’allarme. Ora che lo show di Cogne è finito, le montagne d’immondizia campana, gli stipendi
da re Creso dei politici e la disoccupazione endemica dei giovani rischia di lasciare troppo a lungo i responsabili di governo esposti al centro della ribalta mediatica. Ora c’è il rischio che l’attenzione delle odiens dei televisionari poveri di spirito cominci ad andare pericolosamente alla deriva sul punto focale di sempre, sul nocciolo duro della questione, su ciò che tutti sanno da generazioni e da cui rifuggono per saturazione mentale: l'estrema biodiversità di camorre che proliferano in questo brodo di cultura italica, di cui le montagne di spazzatura ormai più che un fatto reale sono una raffigurazione pittorica, una natura morta, anzi un quadro moderno surrealo-dadaista diventato emblema e archetipo della gomorrea, la grande malattia dell’Italia. E poi la disoccupazione, questa maledizione da Sibilla cumana scagliata sui giovani, che si torcono le mani e non riescono a trovare uno straccio di lavoro degno di questo nome. Oggi il lavoro dei giovani è a tempo, a prestito, in altre parole bisogna pagarlo. Il giovane si presenta all’agenzia di lavoro interinale, o come diavolo si chiama, e in base a quanto dispone si compra un lavoretto a tempo determinato. Queste amenità la tivù di stato le sa, e sa bene che per spostare il focus dell’attenzione ed oscurare la scena dei media occorre con urgenza un altro delitto in stile Cogne. Sbattendo un'altra Franzoni in prima pagina si darà al
popolo una divagazione per almeno i 5 anni della legislatura di governo. Sono già state date disposizioni a squadre di specialisti che ora perlustrano i villaggi e le campagne del territorio nazionale, interrogano le genti per scoprire se hanno scheletri nell’armadio, per riaprire casi delittuosi chiusi, per dissotterrare feti dimenticati. Occorre al più presto una Franzoni B da sbattere in odiens, perché il messaggio subliminale che i politici hanno necessità d’impartirci suona più o meno così: ‘se voi popolo producete simili figure di cronaca nera, allora non meritate altro che i politici che avete, cioè noi’.

Nessun commento:

Posta un commento