sabato 13 dicembre 2008

I manifesti della campagna elettorale

All'inizio di questa campagna elettorale ignoti funzionari hanno furtivamente depositato lungo i bordi delle strade cumuli interminabili
di cartelli, insegne, manifesti, facce di politici, stemmi, fiocchetti, simboli, frasi e frasari. Stupisce l'ingegnosità del copywriting, la varietà dei soggetti, il sinistro arcobaleno di colori, il grande numero di campionature e il contrasto tra loro. Tutto questo materiale però è stato accatastato alla rinfusa, come se qualcuno avesse voluto liberarsi di un immenso montecitorio di rottami. Il vero problema è la grande diversità delle specie in questione e dall'udeur insopportabile. Ci sono soggetti verdi, organici, stratificati insieme ad altri convenzionali, di plastica. Qua e là si vedono anche falci, martelli e altri detriti metallici arrugginiti. Poi ci sono i residui di vetro, presenze effimere che non durano a lungo e vanno in cocci con facilità. Tutta la biodiversità degli elementi più progressisti accumulata con le scorie e i noccioli duri dei partiti più tradizionali e ingessati non va bene. Il rischio della formazione di diossine ormai non è una bufala e dai brodi di cultura in cui galleggiano mozzarelle smorte potrebbero svilupparsi pericolosi germi di specie politiche più estreme e letali. Per questo altri
scellerati, sempre nottetempo, hanno cercato di appiccare fuoco al
pattume con fiamme, fiammelle, mono e tricolori, belle e patriottiche, ma che fanno solo fumo. In mancanza del benchè minimo criterio di selezione differenziata, quando questo intermezzo sabbatico elettorale avrà termine, il tutto dovrà essere rimosso a forza, caricato su vagoni ferroviari o su potenti motrici e trasportato in fretta all'inceneritore più vicino.

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